Il tecnico della rappresentativa giovanissimi di calcio a 5 “alle prese” con un nuovo progetto sportivo, un’esperienza tecnica in Belgio. Sul suo futuro da allenatore cala il mistero…
Per Diego Podda, tecnico della rappresentativa giovanissimi che ha ben figurato nelle Marche, è un’estate di grandi cambiamenti. A cominciare da un clinic internazionale a cui è stato invitato in Belgio, in compagnia dell’amico e collega Massimiliano Bellarte. Cominciamo da qui, da questo viaggio per conquistare l’Europa e contaminarla, come ci piace dire, di futsal.
“L’esperienza in Belgio è stata interessantissima! Sono stato invitato come relatore ad un clinic al quale hanno partecipato quasi tutti gli allenatori di calcio a 5 belgi che allenano nella massima categoria. Si trattava del “1er clinic futsal kickoff Frameries”, un evento organizzato per la prima volta in Belgio e in particolare nella cittadina di Frameries, a 60 chilometri da Bruxelles, al confine con la Francia, zona nella quale il futsal è vissuto con grande passione e interesse.
– Di cosa ti sei occupato, quale è stato il tema del tuo intervento?
In questi due giorni, 20 e 21 luglio, ho presentato il mio modo di intendere il futsal, il mio metodo di allenamento, partendo dalla costruzione di un sistema difensivo, arrivando poi allo sviluppo offensivo, attraverso principi ed esercitazioni. Come sempre, ho preferito impostare l’incontro come un confronto, partendo dalle mie considerazioni ed esperienze fatte, abbiamo confrontato metodi idee e situazioni differenti. C’è stata una parte teorica e una pratica, con esercitazioni in campo, supportati da giocatori locali di indubbie qualità.
– Impressioni finali?
E’ stata un’esperienza quanto mai interessante, assolutamente significativo il fatto che l’utilizzo di una lingua diversa non abbia reso necessario più di tanto l’intervento del traduttore, segnale dell’universalità del linguaggio sportivo.
– Tra le novità della tua estate c’è però qualcosa che non riguarda il futsal ma il beach tennis. Tu hai sempre seguito e praticato tanti sport, sia per curiosità che per crescita personale, cercando di utilizzarne i segreti per il tuo ruolo di allenatore, ma questa è proprio una novità!
La passione per il beach tennis nasce come per tutti in spiaggia, quando si preferisce fare un po’ di movimento e giocare piuttosto che restare fermi sotto l’ombrellone. La scorsa estate un gruppo di praticanti si è trasferito nello stabilimento balneare che frequento ed io mi sono fatto contagiare iniziando a giocare con discreta frequenza. Dallo studio della disciplina nasce il progetto dei campi, avendo capito le grosse difficoltà che hanno i praticanti per trovare un posto nel quale giocare comodamente a tutte le ore, ho pensato, insieme alla mia socia Enrica Sabatini, e alla disponibilità e ospitalità di Franco Gattermayer, proprietario dei campi di Via Newton, di allestire una zona di sabbia nella quale fosse possibile praticare le discipline da spiaggia, ma in città. Nasce così Area Beach, un punto di ritrovo per sportivi e non che con la scusa di fare due tiri a beach tennis o a beach volley, si incontrano per tenersi in forma e passare un po’ di tempo insieme.
– Domanda conclusiva e fin troppo scontata: cosa prevede il tuo futuro da allenatore?
Il prossimo anno da allenatore non so ancora cosa mi riserverà…è fresca la decisione di non proseguire il mio rapporto con Cagliari futsal, nei prossimi giorni valuterò eventuali alternative. La scelta che ho fatto mi lascia totalmente sereno, credo non ci fossero condizioni ideali per il sottoscritto per poter esprimere il proprio pensiero, cosa che spero di poter fare in un’altra società o che farò continuando la collaborazione con il Comitato regionale della FIGC nella veste di allenatore della rappresentativa dei giovanissimi che tante soddisfazioni mi ha dato nella passata stagione.