Da qualche anno di CUS si parlava per l’attività giovanile di calcio a 5. Ora c’è anche una prima squadra che partecipa ai campionati regionali.
L’entusiasmo della rappresentativa che partecipa da anni e con grandi risultati ai campionati nazionali universitari ha contagiato positivamente l’ateneo cagliaritano: è nata così quest’anno una prima squadra di calcio a 5 che va ad affiancare, cosa inedita e curiosa visto che di solito accade il contrario, le giovanili, che già partecipavano – e con ottimi risultati – ai campionati di categoria.
Ne abbiamo parlato con il tecnico Fabrizio Boi, che ci aiuta a conoscere il mondo Cus.
“Tutto è nato proprio da questo entusiasmo, raggiunto traguardi importanti: un secondo posto a Modena nel 2016 ed un terzo a Catania nel 2017, senza dimenticare l’Oro di Campobasso nel 2010. La passione di Tonio Rocca, storico dirigente accompagnatore, e la voglia dei tecnici che si sono alternati sulla panchina universitaria (Davide Marfella ed Andrea Siddi nell’ultimo decennio, ndr), ha fatto sì che il movimento del calcio a 5 crescesse all’interno del CUS Cagliari e si distinguesse sempre per la coesione e la grinta del gruppo. Già da diversi anni inoltre il settore giovanile, avviato da Andrea Vargiu, si è distinto raccogliendo buoni piazzamenti a livello regionale e rendendo ancor più facile l’inserimento, nella polisportiva, di una prima squadra di futsal.
– Un gran lavoro in questi anni e poi finalmente, la prima squadra.
È nata da un’idea, nonché dalla forte dedizione, di Alessio Correnti, giovane universitario (tra l’altro mente e organizzatore di Ateneika e giocatore di futsal in tante società del cagliaritano, ndr). Quando sono stato contattato per il possibile incarico erano già stati fatti due stage e l’entusiasmo che si avvertiva era contagioso. Da lì in poi abbiamo fatto altri stage e visionato circa una sessantina di atleti e studenti universitari. Sino a portare ventiquattro giocatori alla prima seduta di preparazione a settembre e chiudere la selezione per il roster entro la stessa settimana.
– Dove vuole arrivare il CUS?
L’obiettivo è quello di coinvolgere e avvicinare gli studenti universitari a questo sport e cercare di essere un punto di riferimento e un esempio positivo. Vogliamo divertire e divertirci e questo lo si può fare solo lavorando tanto e seriamente.
– Entriamo un po’ nello specifico: come avete strutturato il vostro progetto?
Il progetto è quello di avere solo studenti universitari, un’impronta importante per la società che vuole credere fortemente nell’unione tra studi accademici ed attività sportiva agonistica. È un progetto che in Italia è assolutamente all’avanguardia e solo pochissimi altri CUS in Italia lo praticano. Come è stato strutturato, lo dicevo prima, attraverso diversi stage nel periodo luglio/agosto sino ad arrivare alla prima settimana di settembre con l’inizio della preparazione stagionale.
– Fabrizio, immagino abbiate pescato nel bacino degli studenti universitari, molti dei quali hanno avuto esperienza di calcio. Come riuscite ad avvicinarli al calcio a 5?
Sono già parecchi gli studenti che praticano il calcio a 5 amatoriale. Si pensi alle numerose squadre che partecipano ogni anno ad AteneiKa, ovvero le “olimpiadi dell’ateneo cagliaritano”, che nell’edizione 2017 sono state più di 115. Abbiamo, seppur con fatica, pubblicizzato gli stage negli ambienti universitari.
– Quali legami ci sono tra prima squadra e settore giovanile? quali squadre fate di settore giovanile?
Già negli stage ho avuto modo di conoscere diversi ragazzi del settore giovanile, che quest’anno affronteranno il campionato allievi e giovanissimi. Per il momento, lasciamo lavorare il tecnico del settore giovanile Nicola Fadda, con il quale ho un ottimo rapporto, che a breve inizierà i suoi campionati.
– Avete legami con la società di calcio del CUS?
Attualmente il calcio a 5 fa parte del settore calcio del CUS Cagliari, quindi c’è completa sintonia di attività. Gli stessi ragazzi del settore giovanile faranno doppia attività, calcio e calcio a 5.
– Fabrizio boi, invece, come vede il futsal isolano? come si è avvicinato?
Ho iniziato a giocare a futsal già “grande”, avevo 25 anni e ho sempre militato nella Jasnagora. Nonostante abbia sempre praticato sport di squadra, lì ho imparato e capito la forza del gruppo, dello spogliatoio e ancora oggi, di quel gruppo ho tanti amici. Dalla Jasnagora ho iniziato ad allenare, prima come collaboratore tecnico, poi ho avuto l’occasione di frequentare il corso allenatori e con l’abilitazione ho allenato per alcuni anni l’u21 della stessa Società, ho fatto l’allenatore in seconda al Cagliari Futsal e nella rappresentativa sarda juniores allo scorso Torneo delle Regioni, e quest’anno una nuova avventura al CUS Cagliari. Credo di essere ancora giovane per dare dei giudizi sul movimento sardo, ma quello che noto negli ultimi periodi è molto spesso l’incapacità di fare gruppo, fare “spogliatoio”, come dicevo precedentemente. Su questo cerco sempre di lavorare tanto con i miei giocatori. Il futsal per me è soprattutto passione e divertimento e questo voglio sia fondamentale nella mia Squadra.
– Quali suggerimenti per l’attività del futsal in generale?
Suggerimenti ne posso dare ben pochi. Anzi ne posso ricevere tantissimi. L’unica cosa che mi preme sottolineare è quella di puntare maggiormente sui giovani, allenatori e giocatori. I primi devono avere la possibilità di allenare, ma anche il dovere di aggiornarsi costantemente, di essere disponibili ai consigli e anche alle critiche. I giocatori vanno curati sin da giovani. Le società devono creare dei progetti a medio-lungo termine e osare, altrimenti saremo sempre indietro a tante regioni che magari hanno un movimento numericamente inferiore al nostro.
– Abbiamo visto, con piacere, che avete fatto alcuni incontri con tecnici. Chi avete invitato e quali motivi vi hanno portato a questa idea?
Quando ho proposto alla dirigenza CUS l’opportunità di fare degli stage tecnici con allenatori di primo livello sono stati entusiasti e hanno immediatamente condiviso il progetto. Per il momento abbiamo avuto il piacere di avere Mister Cocco (ultime stagioni tra Città di Sestu e Cagliari Futsal in A1 e A2, ndr) e mister Catta (attualmente alla Leonardo in A2, ndr). Il motivo è molto semplice: abbiamo bisogno di crescere e lo si può fare mettendosi a disposizione per imparare da chi ha maggior esperienza di noi. Vale per me, per il mio staff tecnico e per i giocatori. Semplicemente individuiamo un obiettivo che sia anche caratteristica del tecnico da invitare e mettiamo a sua completa disposizione i nostri impianti e giocatori. Devo dire che ho riscontrato anche da parte dei tecnici un grande entusiasmo e piacere nel fare questo stage.
– Vuoi segnalare qualche giocatore giovane che si sta facendo notare e magari vedremo su importanti palcoscenici tra qualche anno?
Per ora è presto fare qualche nome, ma abbiamo un roster che va dai 21 ai 30 anni e una media età intorno ai 25 anni. Sono sicuro che qualcuno dei più giovani lo vedremo sui campi di futsal sardo per tanto tempi.
– Ultima domanda, comunque importante: chi c’è dietro le quinte del CUS, ovvero ci presenti la compagine dirigenziale?
Lo staff tecnico è composto da me e dai miei due collaboratori Federico e Roberto. Oltre a loro c’è Daniele Desogus (preparatore atletico) e Mario Sedda (preparatore dei portieri). Dirigente accompagnatore il nostro eccezionale Tonio Rocca. Poi ovviamente ci sono tutti i dirigenti e coordinatori di settore del CUS Cagliari, che è una polisportiva, che ci seguono costantemente.
Grazie e buon campionato al CUS!
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Nicola Montisci