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Venticinque anni di storia e un futuro da scrivere: la nuova stagione targata Ichnos Sassari

L’Ichnos Sassari nasce dall’idea di 3 amici nel lontano 1998. Un’idea, come ci racconta il presidente Matteo Depperu, legata alla voglia di portare a Sassari “quel calcetto federale di cui si parla nel cagliaritano ma che nel nord Sardegna non ha nessun rappresentante”.

Da quel 1998 ad oggi “è passata tanta acqua sotto i ponti e da una società nata per divertimento oggi risulta essere la più vecchia società del Nord Sardegna e forse anche la più vecchia del panorama Sardo con venticinque anni di partecipazioni ai vari campionati indetti dalla FIGC”.

La vita agonistica ha regalato tante soddisfazioni ai colori neroarancio ma come spesso succede, ci ricordano, anche delle cocenti delusioni “che hanno contribuito a aumentare il bagaglio di esperienza societario e ci hanno resi più attenti e lungimiranti nelle scelte”. 

Dietro le quinte, ai nastri di partenza, ci sono i vari e oramai consolidati Matteo Depperu ai vertici societari, Pietro Sias Vice e Cassiere, Lorenzo Soriga come Responsabile del Settore Tecnico, Salvatore Sias come preparatore dei Portieri, Eurico De Souza alla guida tecnica, Antonello Pileri come dirigente e Alessandro Depperu con il compito di curare le video analisi.

Spoiler: curiosiamo un po’ nella rosa del prossimo anno…

Sarà per la maggior parte quella dello scorso anno con qualche innesto e sicuramente senza i 2 stranieri che la scorsa stagione hanno lavorato con noi. Il mercato però è ancora lungo e come sempre la nostra squadra mercato sta lavorando su più profili per capire quello più adatto alle nostre esigenze. Speriamo di chiudere e annunciare il nuovo straniero entro metà settembre. 

Parentesi settore giovanile: dopo anni in cui Sassari ha sfornato talenti e ottimi giocatori c’è stato un momento in cui avete segnato il passo, come mai?

Fare attività giovanile per noi è molto complicato, in quanto non siamo in un territorio dove la cultura del Futsal è ancora radicata e consapevole che può convivere con il calcio a 11. Pertanto anno dopo anno fare attività giovanile diventa sempre più difficile anche se le nostre squadre anche in C1 o C2 sono sempre composte da giovani che per necessità o per competenze si scontrano con categorie non giovanili e quindi matura più velocemente. L’apice di questo lavoro lo abbiamo avuto nel 2009 quando abbiamo dato alla rappresentativa sarda 6 elementi di cui 3 giocavano nel quintetto titolare in quel TDR che se non fosse stato interrotto per il terremoto avrebbe portato la Rappresentativa sarda in Finale. 

Andiamo avanti, quali progetti avete sul fronte giovanile?

Come sempre cercheremo di fare almeno una squadra per il campionato di U19, anche se vorremmo che il Comitato bandisse anche il campionato di U21 che permetterebbe a molti ragazzi la partecipazione ad un campionato giovanile che per 2 anni causa covid non è stato fatto. Per il resto partiremo dalla base del U19 che ha vinto la fase regionale di categoria ed è arrivata in finale nella coppa italia persa solo a 30 secondi dalla sirena.

Quali son le difficoltà a diffondere il futsal a Sassari? L’amministrazione che rapporto ha con voi?

La difficoltà maggiore è legata alla poca cultura del futsal anche a livello scolare e il mancato supporto da parte delle istituzioni che ancora ci vedono come lo sport di divertimento settimanale e non come vera disciplina sportiva. Inoltre chiediamo che la Federazione a ogni livello ci aiuti ancora di più a interagire con il Comune o la Provincia per la soluzione di uno spazio dedicato alla nostra attività. Basti pensare che il campo dove noi giochiamo le gare non è lo stesso dove ci alleniamo, in quanto prevalentemente assegnato alla pallamano.

Alla finale giovanile di Oristano abbiamo visto tanta commozione, ci raccontate quella giornata?

Una giornata ricca di emozione e di soddisfazione, una vittoria voluta e ottenuta con i denti al cospetto di un avversario che meritava come noi la testa del campionato. La commozione è stat figlia della tensione che per tutta la stagione abbiamo accumulato e poi era il primo traguardo stagionale di un lavoro iniziato a Settembre con Mr Eurico e che nonostante mille difficoltà ci riempiva di gioia. E poi vincere aiuta a vincere e piace a tutti. Anche se spesso si dice che l’importante è partecipare per noi l’importante è vincere, ma non per arroganza o sufficienza, ma per necessità perchè in un territorio difficile come il nostro se vinci hai visibilità e quindi sanno che esisti e puoi cercare di presentarti agli sponsor con maggiore consapevolezza di quello che hai fatto. Se poi le vittorie arrivano con le giovanili ancora meglio.

Progetti e prospettive per la stagione a livello di prima squadra? 

Come sempre il nostro obiettivo sarà quello di cercare una salvezza tranquilla per mantenere la categoria. Abbiamo perso ad oggi qualche pezzo da novanta ma siamo fiduciosi del lavoro da fare con Mr Eurico, riconfermato senza esitare un attimo, e di eventuali futuri innesti che le opportunità di mercato ci proporranno. Poi come sempre quando saremo in ballo balleremo fino alla fine!

Un ricordo che vi portate dietro per anni…

Ricordi? Tanti in venticinque anni di girovagare per la Sardegna i rapporti sono ottimi con tutte le società amici tanti, estimatori tanti e come nelle migliori famiglie anche tanti nemici, sportivamente parlando. Forse però il ricordo più bello quello della prima trasferta a Nuoro contro la ZIR, a fine gara di campionato giocata alle otto e mezzo di sabato in pieno inverno, ci invitano a fine gara a mangiare in una campagna per il terzo tempo. Ci incamminiamo con le macchine e percorriamo circa quattro o cinque chilometri in una via deserta che alla fine porta in evidenza un cartello con la scritta La Solitudine arriviamo in questa campagna e dopo esser entrati nella casa dove vi era un salone unico il proprietario chiude la porta con il chiavistello e ci dice in sardo “Benvenuti a Nuoro, fino a quando non vi bevete e mangiate tutto da qui non uscite!”. Era il 1999 e da quel momento è nata una grandissima amicizia con la Zir Nuoro e ogni partita per le stagioni a venire era una festa qualsiasi fosse il risultato del campo. Un’ amicizia che ancora oggi è viva e leale!

Se la Ichnos fosse una canzone?

Sicuramente Glory Days del Boss per quanto riguarda il panorama musicale internazionale, per attaccamento alla nostra città, che portiamo stampata sulle maglie con la Fontana del rosello, direi Sassari di Giovannino Giordo.

 

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